venerdì 25 aprile 2014

Resistere non invecchia.

di Mattia Sangiuliano

Cosa resterà della memoria della Resistenza quando anche l'ultimo partigiano morirà? Un ricordo? Un vago e nostalgico rimembrare i tempi in cui si sfilava, con i fazzoletti rossi al collo, nelle parate dei vari e numerosi 25 aprile dalla liberazione in poi, da quel lontano 1945?
Cosa accadrà poi? Anche il ricordo e il valore della Resistenza verranno colpiti come fa quella retorica che da più parti evidenzia come i cittadini si siano disaffezionati, dunque allontanati, dalla politica tradizionale e dai valori che rappresentava?


Molti atteggiamenti diffusi, molte parole, molta retorica popolare e giornalistica sottolinea come la disaffezione alla politica tradizionale sia inscritta in quell'asse che, procedendo di repubblica in repubblica, di scandalo in scandalo, di intreccio tra poteri forti, sino ai giorni nostri ha fatto si che prendesse forma un grande disinteresse verso molteplici vicende. Ci si allontana progressivamente dall'idea originaria di collettività che ha caratterizzato la vita democratica e partecipativa che prese forma in Italia proprio dall'esperienza della Resistenza.
Da una parte della politica si sente parlare del superamento degli schieramenti destra-sinistra, in una nuova ottica di politica che vuole esse più efficiente e largamente rappresentativa, superando barriere ideologiche – ma non di interesse – ; in concomitanze ci si allontana sempre più dall'idea di antifascismo che ha caratterizzato la prima repubblica italiana al varo di una Costituzione, simbolo della libertà conquistata dopo le sofferenze di una dittatura e una sanguinosa resistenza. L'antifascismo è un valore implicito nella raison d'être della Costituzione stessa.

La Costituzione è il simbolo della libertà repubblicana italiana, un serbatoio di valori e di idee, di linee guida verso una vera partecipazione dei singoli cittadini e della politica, nel rispetto di valori universali e fondanti della libertà stessa; sovente bistrattata proprio da una lunga sequela di esecutivi che giurano sulla Costituzione, più per abitudine coreografia, considerandola un mero supporto cartaceo, senza tenerne in considerazione il valore alto che rappresenta, spesso senza applicarla fino in fondo e minacciata oggi, a 69 anni dalla liberazione, da forze e intenti politici che operano in direzione di una dichiarata velocità ed efficienza, che vedono proprio nella carta costituzionale un ostacolo a un vero riordinamento sociale e politico-istituzionale.

Nonostante la pervasività del fascismo la Resistenza è sorta come movimento locale, aggregazione di individui votati all'antifascismo verso la liberazione della nazione italiana dall'invasore nazifascista, in un'ottica che oggi si allontana dalla tradizionale guerra fratricida tra consanguinei – la guerra civile –, in uno scontro che vede opposti gli italiani resistenti agli invasori che perpetravano una guerra di occupazione e sfruttamento del suolo nazionale in maniera ancor più pervasiva e devastante con la collaborazionista Repubblica di Salò, essa stessa voluta dall'occupante nazista.

Eppure l'associazionismo che aderisce ai valori resistenziali sembra essere lontano da una prematura scomparsa; ne è un esempio quello dell'ANPI, un crescendo di adesioni cui partecipano sempre più giovani, grazie alla revisione del 14° congresso, nel 2006, che allargando l'iscrizione non ai soli resistenti ma a tutti quanti condividessero gli ideali antifascisti e democratici dell'associazione, portò ad un nuovo apporto di forze e di idee nella preservazione dei valori resistenziali. Nuove leve queste, nuovi ragazzi e ragazze, che si riconoscono nei valori della Costituzione, della Repubblica, dell'antifascismo: in una parola della libertà.

Una libertà che molti cittadini impiegano, giorno dopo giorno, in scelte quotidiane, in azioni partecipate, frammenti di vita spesi nelle associazioni e nei circoli che si frequentano, negli uffici, nell'attivazione di comitati cittadini a sostegno di battaglie slegate da una logica partitica o politica, in esperienze di autogestione o di occupazione e convivenza oltre la xenofobia dilagante in un'epoca di crisi economica che non è mai disgiunta da una crisi di valori e di ideali. La Resistenza, lontana da una prematura scomparsa, continua a guidare numerose battaglie, nella vita di un gran numero di persone.

Resistere non invecchia.

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